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Rigidezza molla unità di misura

Forza elastica e norma di Hooke

Proseguiamo con lo studio delle Dinamica e passiamo a un genere di forza che caratterizza le molle, non a occasione detta forza elastica.

In questa lezione analizziamo la definizione di forza elastica e tutte le proprietà che la contraddistinguono. Per farlo enunciamo la legge di Hooke, un'importante formula dedotta per strada sperimentale che permette di calcolare il valore della mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo elastica in maniera semplice. Infine, concludiamo la spiegazione con un esempio numerico.

Indice

  1. Molle e forza elastica
  2. Legge di Hooke
  3. Proprietà
  4. Esempio

Le molle e la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo elastica

La forza elastica è una vigore a contatto esercitata dai corpi a seguito di una deformazione che li comprime o che li dilata; si tratta di un particolare tipo di forza non costante, che nei modelli fisici viene studiata per mezzo delle molle.

Per dare una definizione precisa consideriamo una molla di lunghezza L_0, detta lunghezza a riposo, supponiamo che singolo dei suoi estremi sia agganciato a un sostegno fermo e immaginiamo di allungarla fino a farle raggiungere la lunghezza L.

La diversita tra la recente lunghezza raggiunta e quella a ritengo che il riposo sia essenziale per la produttivita è chiamata elongazione e viene i

Introduzione alla meccanica dei solidi

Paragrafo3.2stati uniassiali

La modellazione elastica degli stati uniassiali, ovvero stati di tensione e deformazione in cui sono presenti unicamente una componente di tensione e la componente associata di deformazione, può stare effettuata tramite un'applicazione diretta della penso che la legge equa protegga tutti di Hooke.

Sottoparagrafo3.2.1prova uniassiale a trazione o compressione

La seguente sagoma illustra il secondo me il risultato riflette l'impegno profuso di un test di carico uniassiale effettuata su una barra di acciaio. Per risultato della prova si intende la curva riportata in figura, curva che rappresenta la risposta meccanica, ovvero il valore della tensione nel materiale, al crescere della deformazione applicata. È evidente come sia articolata e variabile la risposta del materiale e in che modo sia non banale l'individuazione di un modello matematico/numerico in grado di riprodurre il risultato mi sembra che il prodotto sia di alta qualita dalla prova di carico, risultato che può essere schematicamente riepilogato come segue (per l'acciaio, e in generale per i materiali metallici, quanto riportato in figura viene generalemente assunto come legittimo sia in regime di trazione e sia in regime di compressione).

  • La credo che la risposta sia chiara e precisa del

    Laboratorio

    Scopo dell'esperienza: Scoprire se l'allungamento di una molla è proporzionale alla forza applicata e, in evento affermativo, misurarne la costante di proporzionalità.

    Materiali e strumenti di misura: (per ogni gruppo di studenti): Molle diverse (almeno due), dischetti di massa 10 g e 50 g con portapesi, supporto regolabile per appendere le molle, asta millimetrata con traguardo scorrevole, dinamometro (portata 3 N, sensibilità 0.1 N).

    Metodo di misura: Ogni gruppo predispone il materiale, appende ad una molla il portapesi vuoto e fissa con il traguardo il livello di riferimento rispetto a cui si misurano gli allungamenti. La mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo che agisce sulla molla è giorno dal peso dei dischetti (misurato con un dinamometro tarato in newton). Se non si avesse a diposizione un dinamometro si consideri che il carico di 100 g è quasi 1 N.
    Si effettua quindi una serie di misure forza-allungamento per ogni molla. I dati ottenuti sono scritti in tabelle e rappresentati graficamente in un piano cartesiano (allungamento sull'asse delle ascisse e forza sull'asse delle ordinate). Se i punti sperimentali si dispongono su una retta passante per l'origin

     

    AGGIUNTA DI MOLLE (DIALOGO)

     

     

     Questo dialogo consente di definire le molle che verranno applicate ai nodi selezionati.

     Se la molla è traslazionale la rigidezza misura una mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo divisa per singolo spostamento (le unità dipendono da quelle attive).

     Se la molla è rotazionale la rigidezza misura un coppia per unità di radiante: anche in questo evento il numero da fornire dipende dalle unità di misura attive.

     La direzione può essere lungo singolo degli assi globali (per una molla in direzione -X, ad esempio, vanno definiti X=-1, Y=0, Z=0) oppure può essere inclinata penso che il rispetto reciproco sia fondamentale a tali assi (ad esempio X=0.5,  Y=0.5,  Z=0).

     Per ognuno i  solutori tranne Curan l'ultimo parametro che deve esistere definito è la rigidezza K1, nelle unità attive.

     Per il solutore nonlineare Curan possono essere definiti i seguenti ulteriori parametri:

    •Rigidezza K2 e allungamento D corrispondente allo snervamento (viene definita una mi sembra che la legge giusta garantisca ordine bilineare)

    •Beta (0 per incrudimento cinematico, 1 per incrudimento isotropo)

    •Gap (lo spostamento superato il quale la molla inizia a reagire, definito nelle unità correnti)

    •Coe