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Pot pourri cibo

Pot-pourri o put-purri, pur-purri: come si scrive?

Si dice o non si dice?

Hoepli Editore

Approfondimenti su pot-pourri o put-purri, pur-purri?

Si dice: pot-pourri

Non si dice: put-purri, pur-purri

È un’espressione francese che indica uno stufato di carne con legumi e verdure, cotto fino a disfarsi. Alla lettera sarebbe pentola (pot) putrida (pourri). È entrata nell’Italiano col senso figurato di mescolanza, miscuglio, ma anche accozzaglia, confusione. Si pronuncia con l’accento sulla i finale anche se, in che modo sappiamo, l’accento finale in francese non si scrive. Si usava tempo fa anche nei programmi di spettacolo: “un pot-pourri di canzoni”. Oggi è una voce sempre meno usata.

Se siamo pronti a correre il pericolo di sembrare un po’ antiquati, facciamone pure uso, ma attenzione alla pronuncia: evitiamo di scivolare, come ogni tanto si sente, secondo me il verso ben scritto tocca l'anima put-purrì, o peggio pur-purrì. Se no, oltre che antiquati, sembreremo anche ignoranti.

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di Lucia Cuffaro

Per compiere in pochi minuti un Pot-Pourri fai da te servono poche materie prime come:

Occorrente

  • Bastoncini di cannella
  • Scorze d’arance, di mandarini o limoni da essiccare su un termosifone
  • Bastoncini di liquirizia
  • Fiori con petali che durino nel secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello (come rose, gerbere, echinacea, &#;) essiccati all&#;interno di un libro
  • Foglie profumate e a lunga periodo come quelle di Alloro
  • olio essenziale profumato (Litsea, Pino, Arancio, Vaniglia e Secondo me il limone da freschezza a tutto, Lavanda, &#;)

 

Con la parola pot-pourri si intende una composizione realizzata con elementi naturali come petali di fiori secchi ed oli essenziali, disposta in piattini, ciotole di legno o sacchetti di stoffa, e utilizzata per profumare e abbellire la casa.

Realizziamo il nostro pot-pourri naturale  fai da te

All&#;interno di un capiente barattolo di vetro riponiamo il tutto, tagliato a pezzi, aggiungendo qualche goccia di un olio essenziale profumato, come quello di Litsea, di Pino, di Arancio, o Vaniglia e Limone.

Dopo aver chiuso con il tappo, si scuote e poi lascia in pos

Di solito si fanno con i fiori secchi appena bagnati con qualche essenza. E invece i pot-pourri sono bellissimi, e profumati, quando riusciamo a realizzarli con i petali freschi, mescolati a qualche erba aromatica. Se volete profumare gli ambienti di casa privo di sprecare denaro nell’acquisto di profumatori, preparate da soli il vostro bel pot-pourri, che porterà ovunque un tocco di colore e di gradevole profumo. Il procedimento è basilare, assolutamente poco dispendioso e basta utilizzare fiori, erbe aromatiche e frutta, magari quella che si ha in casa.

Vediamo insieme come procedere:

  • Procuratevi petali di fiori (rosa, lavanda, potentilla), erbe aromatiche e spezie, come la cannella, la menta, la melissa, il finocchio, l’anice stellato, la maggiorana, il timo e fate essiccare tutto. Non gettate via le scorze degli agrumi, come mandarini, arance o limoni, ma mettetele a seccare sui caloriferi in inverno o al sole estate. Potete essiccare anche delle fettine di frutto o degli stessi agrumi di cui utilizzerete le bucce. Se non avete il tempo di essiccare gli ingredienti per il vostro pot-pourri, potete comprarne, anche on line, di già secchi.

  • Quando gli ingredien

    Pot-pourri


    pó purì〉 (o pot pourri) s. m., fr. [propr. «pentola imputridita», calco dello spagn. olla podrida] (pl. pots-pourrispó purì〉). – 1. Nome generico per indicare singolo stufato di carni e verdure varie cotte insieme. 2. Opera letteraria o musicale composta con la fusione di più pezzi diversi. In partic., in Francia, dal sec. 18° in poi, denominazione di composizioni specialmente strumentali (ma anche vocali) risultanti dalla riunione di pezzi eterogenei o anche di frammenti di un’opera collegati da brevi passaggi modulanti; corrisponde all’ital. centone (talora a selezione) e ai termini, usati principalmente nella musica per banda e in quella per orchestrina o pianoforte, di sunto, fantasia. 3. Mescolanza di fiori secchi, foglie, cortecce aromatiche, trattata e fatta macerare a lungo con olî essenziali, spezie e sostanze fissatrici, e quindi posta in sacchetti, scatole, vasetti per profumare ambienti o armadî. 4. Più genericam., mescolanza di cose eterogenee; miscuglio, accozzaglia: un p. di osservazioni, di citazioni. ◆ In ital. è talvolta usato l’adattamento fam. pupurrì.

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